I balli della Festa

Il Ballo della Sala


Fa parte dei cosiddetti Balli del Chiamo, in cui il coro guida il ballo e forma le coppie. Ha un'origine medievale, già nota nel '300 se ne trova traccia anche nel Decameron di Boccaccio. Spesso era questo ballo ad aprire le danze durante le feste comunitarie, proprio per la sua funzione di preparatoria: nella canzone venivano inseriti i nomi delle persone invitate a ballare (spesso su indicazione delle ragazze) e dopo ogni strofa si costituiva e aggiungeva una coppia.  
Questo è il ballo della salaIo non so se ballo beneE se (nome) qua non veneQuesto ballo 'n se po' fa
Raggiunto un numero di dodici persone si poteva ballare il Ballindodici e a seguire la Quadriglia.

Il Ballindodici


Il Ballindodici veniva ballato, come suggerisce il nome stesso, da 12 persone divise in quattro terzetti di ballerini disposti a quadrato. E' una controddanza appartenente alla famiglia delle Gighe, con una struttura del ballo tripartita, ovvero con 3 blocchi musicali distinti in cui i ballerini dovevano eseguire determinati movimenti e figure, dai nomi influenzati dalla quadriglia: visevi', crocé, balletto. 
Questo ballo può avere la versione ridotta in 3 coppie. 
Per esigenze sceniche del nostro gruppo, in base al numero di ballerini disponibili per ogni evento, l'abbiamo riadattato anche a 8 o 10 persone.

La Quadriglia

Complesso e ibrido ballo circolare e a contraddanza di orgine tardo-settecentesca diffusosi prima nelle corti centrosettentrionali europee e poi attinto dalle classi popolari di vari Paesi europei. Le figure vengono comandate talvolta in francese dialettizzato e oltre a quelle più tradizionali (promenade, circolo, cerchio intrecciato, spirale, serpentina, catena, pirulé, galleria, marcia, ecc.), possono essere inventate estemporaneamente delle altre purché si innestino bene dell'evoluzione coreografica delle diverse figurazioni.Nella nostra versione più tipica ci piace coinvolgere il pubblico, sfruttando la semplicità dei passi di questo ballo.

Il Trescone

Il trescone è uno dei più antichi balli italiani, originario della Toscana, che poi si è diffuso anche nelle zone limitrofe tra cui l'Umbria (di cui si sono perse le testimonianze), e tracce del nome trescone sono presenti in Sicilia (tarascuni), Basilicata (tarasconë), Corsica (tarascone) e Provenza (tarascon).
La parola trescone sembra derivare dal tedesco arcaico medievale thriskan, che significava "battere, pestare, trebbiare". Infatti il battere i piedi a terra durante la danza ricorda il modo con cui i contadini nelle aie separavano i chicchi di grano dalle spighe.Altre fonti ritengono invece che le forme di trescone tramandate nelle nostre zone appartengano più al genere dei balli pantomimici: alcuni movimenti del ballo hanno una forte allusione erotico-sessuale ed è per questo che  tra i balli di corteggiamento.⁠ 
Questa danza però non veniva ballata sempre e da tutti: veniva eseguita solo in particolari rituali e in contesti in cui il gruppo si trovava in piacevole armonia. A ballarlo erano i "tresconai", persone dal carattere più teatrale che si prestavano a eseguire le mosse del ballo .

La Furlana Umbra

Il nome Furlana o Frullana fa pensare ad una derivazione friulana di questo ballo, ma ad oggi non si è certi di questa provenienza. In base alle zone veniva ballata con una struttura chiusa o come ballo pantomimico di coppia.In questa versione umbra riproposta dal nostro gruppo si mantiene la forma originale del ballo con uno schema composto da 4 ballerini che danzano in una struttura semichiusa, con passi codificati che devono corrispondere alle varie parti musicali. Il passo principale è quello del Frullo, un passo incrociato in cui si deve disegnare un ovale con i piedi.

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