Balli e Canti Stagionali

Sant'Antolin de legno - S. Antonio Abate - 17 gennaio

Il 17 gennaio in molti comuni italiani si festeggia Sant’Antonio Abate protettore degli animali. Con la celebrazione della festa inizia ogni anno il periodo dedicato al Carnevale. In questo giorno i cittadini portano gli animali dal parroco per la loro benedizione.
In Umbria ci sono varie celebrazioni e canti dedicati al "Santo col porcello", il santo contadino per eccellenza. "Sant'Antolin de legno" è un canto di origine spoletina, una preghiera quasi profana e scherzosa in cui si chiedeva al santo la protezione per gli animali che al tempo erano elementi essenziali della vita rurale, fondamentali per il lavoro nei campi, per l'alimentazione, per gli indumenti e per il trasporto, tanto da essere più preziosi del coniuge, proprio come dice la canzone.
A Terni città invece la festa veniva celebrata presso la chiesa di San Cleto, nella quale terminava la processione di uomini e animali, preceduta dallo Stendardo del Santo, che partiva alle 10 del mattino da Porta Romana. Nel pomeriggio in alcuni punti della città si organizzava la "Giostra de lu gallinacciu", un gioco che oggi sarebbe considerato barbaro. Si stendeva una fune da una finestra all'altra, nel mezzo della quale veniva appeso un gallinaccio vivo al quale doveva venir staccata la testa dai vetturini a cavallo, che correvano a turno. Chi riusciva nell'impresa vinceva il gallinaccio. La sera si teneva una grande cena con musica e balli in cui "i Signori servivano a tavola i contadini addetti alla festa (..) e tutto si facea colle questue raccolte dai contadini diretti dai Signori".

Ecco Maggio è venuto - Maggio


Questo canto è un tipico canto rituale di questua della conca ternana durante il periodo di maggio, che vede la sua maggior espressione con la manifestazione cittadina, ormai centenaria del Cantamaggio.In questa versione l'abbiamo utilizzato come musica per la danza dei nastri intorno all'Albero del Maggio.

Il Ballo dei Bastoni - Mietitura - Luglio


Questo ballo è stato coreografato da noi per rappresentare uno dei momenti salienti della vita contadina: la Mietitura del Grano.Prima dell'avvento delle trebbiatrici, tutto il lavoro di raccolta e separazione del grano veniva fatto manualmente e gli strumenti utilizzati erano essenziali.
In questa danza, figurata su una Furlana, gli uomini tengono il tempo della musica impugnando i tipici bastoni a forcone utilizzati dai contadini per la mietitura del grano, trasportato poi dalle donne nelle loro ceste. 
Con alcuni passaggi di questo ballo, prevalentemente maschile, abbiamo voluto richiamare anche le antiche moresche, ovvero i balli in cui si mimavano i combattimenti, ormai andati completamente perduti nel centro Italia.

Il Ballo dell'Uva - Vendemmia - Settembre


Coreografia di nostra ideazione per rappresentare il momento della raccolta dell'uva. Sulle note vivaci e allegre, che meglio rappresentano questo momento dell'anno, i ballerini si passano i cesti pieni dei frutti del lavoro nei campi che saranno poi trasformati in vino.

Le Olivare - Raccolta delle Olive - Novembre


Canto tipico del periodo della raccolta dell olive che racconta, dal punto di vista femminile, quanto dura fosse quest'attività fondamentale per la vita rurale e contadina. 
Alla matin bon'ora se sente a zoccolàSaranno le olivare lerì, saranno le olivare lerà
Alla matin bon'ora se sente a zoccolàSaranno le olivare lerà, che vanno a lavorà
A lavorà col gelo e vanno a faticàLa fame e la miseria lerì, la fame e la miseria lerà
La fame e la miseria je tocca sopportàE quanno vene sera lerà, a casa se tornerà

Le Pasquarelle o Pasquelle - Canti di Natale - Dicembre/Gennaio


Questo particolare filone di canti deriva dal significato del termine Pasquella o Pasquarella, ovvero “la prima e più piccola festa religiosa dell’anno”. Le Pasquelle sono quindi dei canti di questua portati casa per casa nei giorni precedenti l’Epifania, il 6 gennaio e in alcune zone anche alla vigilia di capodanno, tramite i quali i pasquarellari annunciavano la nascita di Gesù, augurando buone feste e ricevendo come ricompensa vino, uova, dolci, carne di maiale e a volte anche qualche moneta.
Esistono diversi filoni di pasquelle, in base alla preponderanza dell'argomento trattato nel canto: ci sono quelle principalmente di richiesta di cibo e doni, più bonarie e festanti, quelle che si focalizzano sul racconto della natività e il filone più cupo delle pasquelle delle anime purganti.
Le origini di questi canti sono molto antiche e derivano dalla sovrapposizione delle festività cristiane a quei riti che associavano i cicli agrari con i cicli di morte resurrezione del Dio sole, dove la richiesta di doni, offerte e sacrifici aveva l'intento di assicurarsi una protezione magica e un propiziazione. Il solstizio d'inverno (21/12) porta con sè la notte più lunga dell'anno, un momento molto drammatico per le popolazioni antiche sostentate principalmente dall'agricoltura, che vedeva la sua rinascita intorno al 25 dicembre, quando le ore di luce ricominciano ad aumentare. La data del 6 gennaio segna invece la chiusura dei dodici giorni di passaggio dall’ anno vecchio a quello nuovo, che andava celebrato con rituali propiziatori di offerte e doni, quelli che chiedono ancora i pasquarellari di oggi per augurare a tutti "Bona Pasqua e Befania" e ingraziarsi il nuovo anno.
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