Pasquelle 

Questo particolare filone di canti deriva dal significato del termine Pasquella o Pasquarella, ovvero “la prima e più piccola festa religiosa dell’anno”. Le Pasquelle sono quindi dei canti di questua portati casa per casa nei giorni precedenti l’Epifania, il 6 gennaio e in alcune zone anche alla vigilia di capodanno, tramite i quali i pasquarellari annunciavano la nascita di Gesù, augurando buone feste e ricevendo come ricompensa vino, uova, dolci, carne di maiale e a volte anche qualche moneta.
Esistono diversi tipi di pasquelle, in base alla preponderanza dell'argomento trattato nel canto: ci sono quelle principalmente di richiesta di cibo e doni, più bonarie e festanti, quelle che si focalizzano sul racconto della natività e il filone più cupo delle pasquelle delle anime purganti.
Le origini di questi canti sono molto antiche e derivano dalla sovrapposizione delle festività cristiane a quei riti che associavano i cicli agrari con i cicli di morte resurrezione del Dio sole, dove la richiesta di doni, offerte e sacrifici aveva l'intento di assicurarsi una protezione magica e un propiziazione. Il solstizio d'inverno (21/12) porta con sè la notte più lunga dell'anno, un momento molto drammatico per le popolazioni antiche sostentate principalmente dall'agricoltura, che vedeva la sua rinascita intorno al 25 dicembre, quando le ore di luce ricominciano ad aumentare. La data del 6 gennaio segna invece la chiusura dei dodici giorni di passaggio dall’ anno vecchio a quello nuovo, che andava celebrato con rituali propiziatori di offerte e doni, quelli che chiedono ancora i pasquarellari di oggi per augurare a tutti "Bona Pasqua e Befania" e ingraziarsi il nuovo anno.

Pasquelle sulla Natività e richiesta dei doni


E' il tipo di pasquella più diffusa su tutto il territorio regionale: è una forma di canto in cui si alternano versi in cui si annuncia il Natale con la Nascita di Gesù e arrivo dei re Magi, ad altri con l’augurio di buone feste (buon anno, buona Pasqua Epifania) e altri versi di richiesta dei doni. 
Di seguito alcuni esempi tratti dal nostro repertorio:
Oh bongiorno bona gente
Pasquarella Urbana
Bon Felice Capodanno
Ben trovata bona gente

Pasquelle delle anime sante o purganti


E' un tipo di pasquella diffuso in Valnerina, dedicato alle anime dei defunti e non fanno riferimentio diretto all’Epifania e all’annunciazione del Natale,In antichità i giorni di transizione tra l'anno vecchio e il nuovo permettevano l’ingresso nella dimensione terrena alle anime dell’aldilà, che venivano celebrate in quanto detentrici della giurisdizione sulla dimensione sotterranea, quella dei semi, in richiesta di protezione e fertilità. Con l’Epifania cristiana volgevano al termine le festività natalizie e anche il periodo di transizione tra l’anno vecchio e l’anno nuovo. Si chiudeva il varco e la possibilità di ritorno dei morti nella dimensione terrena che proprio in quella notte portavano un augurio di abbondanza e doni ai vivi. 

Gesù mio son preparato

Questo canto presenta molti elementi di arcaicità sia nello stile a due voci, una principale e una di accompagnamento, che nella melodia e le anime purganti diventano sia oggetto che soggetto della canzone, rimandando ad una grande analogia con le anime pagane degli antenati. Le strofe non venivano cantate con un ordine fisso, ma potevano variare in base a come si accordavano i cantori. 

Canti di Natale popolari

Fermarono i cieli

Canto di natale conosciuto anche come Ninna nanna a Gesù. L’autore è Sant’Alfonso de’ Liguori (1700), descrive la Vergine Maria in un momento molto tenero e vero, quando cerca di far addormentare Gesù Bambino cantandogli una Ninna Nanna.Il titolo allude a quanto narrato nel Vangelo apocrifo di Giacomo: nel momento della nascita di Gesù, i cieli si fermarono e il mondo restò immobile per qualche istante. 

Deh sorgi amica stellaCanto epifanico che narra della venuta dei magi, fa parte dei Canti della Stella. Si può trovare in varie zone d'Italia con alcune varianti linguistiche in base al dialetto utilizzato.